Lotta, cuore e rinascita: il nuovo volto del Catanzaro di Aquilani

Il successo del Catanzaro contro il Venezia è più di una vittoria: è un segnale di rinascita, di forza, di unità e identità. La squadra di Aquilani ha ritrovato fiducia, entusiasmo e consapevolezza dei propri mezzi. Nel cuore della battaglia il Catanzaro ritrova sé stesso. Con il calore e il sostegno della Curva Ovest la “Compagnia di Iemmello” lotta, crede e resiste: perché le aquile non si arrendono mai.
La compagnia di Iemmello
Il Catanzaro e il Signore degli Anelli possono avere qualcosa in comune? Si, ve lo spiego subito. Una parte di questa narrazione è contenuta anche nel settimo episodio di Espresso Cadetto, il podcast dedicato esclusivamente alla serie B (andate ad ascoltarlo).
Nel famosissimo romanzo di J. R. R. Tolkien, le aquile della Terra di Mezzo sono un segnale di liberazione (non a caso, salvano Gandalf e Frodo in due situazioni di pericolo). Sono sentinelle dotate di un’intelligenza molto sviluppata, con il compito di vigilare su alcune regioni della stessa Terra di Mezzo. Nell’ultimo film della saga kolossal di Peter Jackson vi infatti è una scena iconica dove Peregrino Tuc esulta esclamando: “Arrivano le aquile”.
Ora traslando la materia dalla letteratura/cinema al calcio in Serie B, che sarà così il nostro Arda (l’universo immaginario di Tolkien) per intenderci, le aquile diventano componenti della Compagnia di Iemmello. L’anello per Tolkien è il filo conduttore di tutto il suo mondo: quello che tutti vorrebbero possedere e controllare per la sua potenza, vale a dire il dominio su ogni cosa per mezzo dell’invisibilità.
Iemmello per il Catanzaro è questo: è il suo bomber, il suo capitano e il suo Re, il più ricercato dai suoi compagni. Perché sempre attorno all’attaccante giallorosso questa squadra diventa sicura, forte, imprevedibile. Ed è anche il più ricercato dagli avversari, per poter placare ovviamente la sua forza offensiva. Ok, ora posso dirlo: Il ritorno del Re. Re Pietro può ricoprire entrambi i ruoli, concediamoglielo. Un messaggio per i difensori della Serie B? Un Iemmello per domarli, un Iemmello per trovarli, un Iemmello per ghermirli, e nel buio incatenarli”. Non a caso il gol che sblocca l’incontro contro il Venezia ha la sua firma.

Rispoli e Favasuli al pari di Gimli e Legolas
Fabio Rispoli e Costantino Favasuli sono stati indubbiamente i migliori del Catanzaro nell’ultima vittoria contro il Venezia. Una mezz’ala e un esterno che hanno infastidito più volte la mediana e la retroguardia dei lagunari.
Rispoli possiede tecnica, corsa, aggressività e imprevedibilità. Un po’ come Gimli nel Signore degli Anelli. Si, perché i suoi 169 cm di statura non impauriscono, ma si tratta di sola apparenza. Grinta, cuore e umiltà sono i suoi principali tratti distintivi come Gimli. Ci sarà un motivo se Cesc Fabregas ha dichiarato pubblicamente di monitorarlo a distanza, con l’intenzione di farlo rientrare alla base a fine stagione.
Favasuli è il Legolas di turno. L’esterno tutto fascia che lotta su ogni pallone, trasmettendo “garra” a tutti i suoi compagni. L’emblema della lotta. In campo sembra essere dotato di un’energia irrefrenabile, mostrando anche lui un’umiltà fuori dal comune. Si comporta come un veterano giallorosso, come se la piazza catanzarese gli appartenesse da sempre. Possiamo definirlo il vero erede di Mario Situm? Forse sì, ma valutiamolo con maggiore cautela, come fatto finora. Ogni partita per lui è come se fosse la battaglia più importante (vedi prestazione e gol nella vittoria esterna del Catanzaro a Mantova), quella volta a definire il destino finale di sé e di tutta la squadra. Favasuli ha recepito più di tutti uno dei principali cori della curva catanzarese: “Noi vogliamo gente che lotta!”.
Una nuova era
Un film diretto da Alberto Aquilani e prodotto da Floriano Noto. E le Due Torri? Una è sicuramente Mathias Antonini, ormai leader indiscusso della difesa giallorossa. Una garanzia assoluta: il generale difensivo che guida il reparto a respingere gli invasori d’area di rigore di Pigliacelli. E farlo egregiamente contro Palermo e Venezia non è da tutti. Gandalf? Ovviamente Alphadjo Cissé. Inutile parlare delle sue qualità. Rintracciare un suo hater è come cercare un ateo in chiesa.


Confronto con la stagione 2024/25: PRECISIONE E AGGRESSIONE
Non si può fare un vero e proprio confronto diretto, poiché ci sono ancora 27 partite da giocare. Analizziamo giusto alcuni numeri: su tutti i 6 gol nelle ultime 3 partite. Forse la fase offensiva può ritenersi un livello definitivamente sbloccato nel gioco di Alberto Aquilani. Infatti le grandi occasioni a partite (1.9) sono maggiori rispetto al Catanzaro della scorsa stagione (1.5), così come i tiri totali in partita (13,5 ora, 11, 5 la scorsa annata).
Precisione e aggressione sono le parole chiavi che riassumono i prossimi dati: i giallorossi attuali hanno una percentuale di precisione nei passaggi corti (83,3 %) e lunghi (39,6%) leggermente minore rispetto allo scorso anno (84,8 % quelli corti e 47, 3% quelli lunghi). Logicamente il possesso palla perso a partita di quest’anno (119,6 vs 113,6) sarà maggiore. Un calo di precisione tatticamente prevedibile a causa dell’assenza di Marco Pompetti e del minor minutaggio di Jacopo Petriccione. Un dato che ha sicuramente allarmato Aquilani nelle prime 8 partite stagionali? Gli errori che hanno portato a subire gol: 4 contro i 13 totali dello scorso anno.
E aggressione? Perché il Catanzaro attuale vince più contrasti a partita (53,6% vs 52,3%) ,più duelli a terra (54,7% vs 52, 2%) e più duelli aerei (15,8 vs 13,6).
“Comincia una nuova battaglia, ragazzo nessuna pietà”
In questa compagnia di Iemmello, il ruolo di Aragorn non possiamo non attribuirlo al guerriero più forte dello stadio Ceravolo: la Curva Ovest “Massimo Capraro”. Al pari di Aragorn, che incita i proprio guerrieri a resistere contro gli invasori, l’esercito dell’oscuro signore Sauron, uno dei principali cori giallorossi intona così: “Comincia una nuova battaglia, ragazzo nessuna pietà…”.
Dopo l’ultima sconfitta contro il Padova, il Catanzaro ha saputo rialzarsi insieme alla sua gente, conquistando una sorta di redenzione e salvandosi da una situazione di pericolo — proprio come le aquile ne Il Signore degli Anelli. Un altro classico esempio di come, nella vita, bisogna continuare a lavorare, lottare, incitare e credere, anche quando i pronostici non sono a proprio favore. Il Catanzaro ha ritrovato la sua forza nella lotta. Perché per squadra, ultras e città non conta solo la vittoria, conta combattere insieme.

